Qualche tempo fa ho visto al telegiornale un servizio in cui si trattava dei tanti oggetti ormai superati e non più di uso quotidiano come per esempio: i gettoni per le cabine telefoniche, i cd per ascoltare musica, i walkman, o le radio che nei primi anni ottanta si estraevano prima di uscire dall’auto perché non ti rompessero il finestrino per rubartela. Tutti oggetti in voga al tempo ma che con la tecnologia sono ormai superati.
Riflettendoci ho realizzato che anche nel proprio ambito famigliare esistono delle similitudini: nel tempo gli spazi cambiano, si modificano e oggetti che un tempo usavamo spariscono o vengono sostituiti da altri.
IL CESTINO DEI GIOCHI
Quando ero piccolo in salotto – che in famiglia eravamo abituati a chiamare tinello – nel mobile sotto la finestra c’era un grande cestino di vimini pieno di pezzi di lego sparsi e di altre cose. Ricordo che quando ero bambino lo svuotavo perché ogni tanto in fondo, seppellito tra i tanti pezzi di lego trovavo sempre qualcosa d’interessante: un’automobilina, qualche gioco strano o comunque qualcosa di diverso dai semplici pezzi di plastica da montare. Non saprei dire quando quel cestino è scomparso. Ora al suo posto ci sono dei libri ma giurerei che se dovessi andare in cantina lo troverei ancora lì come quarant’anni fa.
LA CAFFETTIERA
Quando ero piccolo mio papà preparava una moka di caffè gigante e lo mischiava a quello del giorno prima mettendolo in una caffettiera che poi lasciava sul tavolo della cucina a disposizione di tutti. Non era proprio quella della fotografia: era di metallo, grigia e più squadrata. C’è sempre stata, da quando ho memoria. Mi è sempre piaciuto il caffelatte scuro e infatti ricordo che mi rimproveravano sempre perché né prendevo troppo.
La colazione di quando ero piccolo era abbastanza strong: consisteva in un toast farcito con sott’olio e una tazzona di caffellatte. Quando raccontavo cosa mangiavo qualcuno mi guardava con gli occhi fuori dalle orbite, soprattutto chi non era abituato a non mangiare niente o a prendere un semplice caffè di corsa. “Ma come fai a mangiare quella roba la mattina?” Era questa la domanda che i più mi rivolgevano. Cosa volete? Questione di abitudine!!!
Comunque anche quella caffettiera è uno degli oggetti del mio passato e sono sicuro che è ancora in casa da qualche parte.
IL GIRADISCHI
Di questo oggetto ho un ricordo molto vago però è presente ancora nella mia memoria. Non credo di averlo mai usato. Era piccolo, tutto giallo e forse i dischi si inserivano; infatti non c’era un coperchio che si alzava per poi appoggiare il disco sulla piastra ma era un blocco unico con una piccola fessura nel quale s’inseriva il vinile.
Questo è uno di quegli oggetti che non è più in casa. Mia mamma una volta deve avermi raccontato che un giorno si era rotto e il tecnico da cui lo abbiamo portato non ce l’ha più restituito.
LA PENTOLA
A chi di voi piace il minestrone? A casa era una tradizione partita da mia nonna paterna che lo cucinava tutte le sere e continuata da mia mamma. E, anche se vivo da solo, anch’io ho proseguito la tradizione. Penso di essere stato uno dei pochi bambini che andava matto per questo piatto. Ogni tre massimo quattro giorni mia mamma lo preparava in un pentolone gigante di metallo. Ogni sera travasava la dose giornaliera in una pentola più piccola che metteva sul fuoco.
Dai racconti che ricordo pare che questa pentola più piccola fosse ancora quella usata da mia nonna: una pentola di color marrone chiaro, con i manici di plastica e il fondo esterno rigato. Con il tempo i manici hanno cominciato a lasciarsi andare e così un giorno mio padre decise di prenderne una nuova con gran disappunto di mia mamma che non era stata consultata né sulla decisione né sulla scelta della nuova pentola.
Chissà magari questo post è destinato ad essere aggiornato con altri oggetti che riemergeranno dalla mia memoria. Per adesso mi fermo qui. E voi? Avete ricordi di oggetto o utensili della vostra infanzia e che sono finiti in soffitta o in cantina?